giovedì 8 novembre 2012

Ricordare e raccontare la città: percorsi emotivi a Bologna

Inutilmente, magnanimo Kublai, tenterò di descriverti la città di Zaira dagli antichi bastioni. [...] Non di questo è fatta la città, ma di relazioni tra le misure del suo spazio e gli avvenimenti del suo passato [...] Una descrizione di Zaira quale oggi è dovrebbe contenere tutto il passato di Zaira. Ma la città non dice il suo passato, lo contiene come le linee di una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento a sua volta rigato di graffi, seghettature, intagli, svirgole.

                                                                                                                                                   Italo Calvino, Le città invisibili

 

I ricordi di ognuno che si mischiano a quelli di ciascuno; la storia individuale e quella collettiva che intrecciandosi disegnano e significano le strade della città, come in un quadro delle Città invisibili di Calvino... C’è qualcosa di poetico nel progetto Percorsi emotivi, geoblog realizzato a partire dalle riflessioni elaborate dal Laboratorio Mappe Urbane della Fondazione Istituto Gramsci Emila-Romagna, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
Il sito, come si legge nelle parole che lo presentano in apice ad ogni sua pagina è “un geoblog multiutente aperto”, che invita chi lo visita a partecipare: “E' un invito al gioco, estetico ed emotivo. Un invito al racconto. A condividere parole, immagini e suoni, legati a un luogo di Bologna, un vicolo, un ponte, una piazza, un canale, un edificio... Qualunque luogo susciti una tua emozione. Dai nostri racconti, pensieri, proposte, ricordi, vedremo svilupparsi altre mappe, altre città. Accanto alla Bologna reale, crescerà una Bologna vissuta e raccontata, ricordata e sognata”.

I percorsi emotivi tracciati dai visitatori si intrecciano con diverse mappe tematiche, realizzate dalla redazione del sito attraverso collaborazioni con istituzioni e ricercatori: la sezione La strada e i suoi abitanti, per esempio, si basa sugli esiti di alcune ricerche sul modo di vedere e abitare le vie urbane di senza fissa dimora o di un gruppo di  adolescenti immigrati di seconda generazione, o di persone che vivono e lavorano per strada; La città delle acque porta il visitatore a scoprire il complesso antico sistema idraulico artificiale bolognese. Accanto a questi si sviluppano poi i percorsi sull’arte pubblica, o quello sulla street art o sugli orti urbani.
Una sezione autonoma del progetto è poi dedicata ai luoghi della memoria, quelli che sono significativi perchè sono stati teatro di eventi della storia collettiva e che per questo hanno assunto un valore simbolico per la città. Anche in questo caso, troviamo diverse mappe tematiche, da quella dedicata a La guerra in città ai bombardamenti, agli scioperi, alla Certosa, alla memoria di Ustica (esito di un progetto scolastico).
Tutti i percorsi sono visualizzabili sulla mappa che si apre nella home, distinti attraverso icone differenti a segnalare l’appartenenza alle varie categorie. Cliccando su un’icona si apre una finestra che descrive il luogo selezionato e dalla quale si risale al materiale (testuale, video, audio) ad esso collegato.

Una mole di materiale davvero ricca, non solo per contenuti (i ricordi personali e quelli storici, i percorsi ed i punti di vista di attori diversi), ma anche per forma (post it, testi redatti da storici, ma anche foto, video e file audio) e genesi (materiale d’archivio e materiale prodotto per l’occasione, ricerche scolastiche), che chiede, per essere vista e compresa tempo ed attenzione.

Non sempre, per la verità, il sito è però immediatamente e facilmente consultabile e forse non tutto funziona alla perfezione in questo quadro così complesso. Se si vuole leggere un testo completo, per esempio, bisogna cercarlo all’interno di un archivio, mentre sarebbe più facile poterlo trovare nella finestra che si apre sulla mappa. Oppure non è immediato capire come si ritorna alla pagina principale dopo essersene allontanati: non c’è un pulsante che rimandi ad essa esplicitamente. E, soprattutto, al di là della mappa principale non è facile muoversi per scoprire le altre sezioni.
Ma si tratta di aspetti che si possono migliorare. Rimane, invece, la magia di un disegno nuovo, il tentativo di portare una collettività a scoprire se stessa e la propria storia per restituirla a chi ha voglia di guardare.

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