giovedì 8 novembre 2012

Il Museo Archoelogico Virtuale (MAV) di Ercolano

Quanti di noi non vorrebbero provare a viaggiare nel tempo per riscoprire città, usi e costumi di antiche civiltà? Grazie alle nuove tecnologie applicate alle esposizioni museali oggi è possibile realizzare in parte questo sogno. Ne da prova, ad esempio, il Museo Archeologico Virtuale di Ercolano (MAV). Inaugurato nel 2008, il MAV si trova a poca distanza dai famosi scavi della cittadina romana di Ercolano, distrutta nel 79 d.C. dall’eruzione del Vesuvio. Una nuova concezione di esposizione in cui i protagonisti non sono i reperti archeologici ma il contesto virtuale in cui viene trasportato il visitatore appena varcata la soglia del museo. Questa esperienza emozionante è stata resa possibile grazie al progetto di Gaetano Capasso e della Capware, società di produzione di realtà virtuali. Oltre 70 le installazioni multimediali gestite da un software in grado di riconoscere il visitatore al suo ingresso, se adulto o bambino, italiano o straniero, grazie ad un badge. Lungo il percorso tattile e visivo, computer, scanner, ologrammi e schermi tridimensionali si uniformano perfettamente al contesto ambientale. Viene restituita la vita e lo splendore alle principali aree archeologiche di Pompei, Ercolano, Baia, Stabia e Capri.

Appena arrivati si è accolti dalle voci e dai volti degli antichi ercolanesi che raccontano la loro storia ai visitatori disposti sotto campane acustiche.
Il teatro di Ercolano è ancora oggi sotto terra, ma attraverso gli schermi è possibile trovarsi in uno dei cunicoli borbonici che portarono alla scoperta della struttura e capire così le antiche tecniche di scavo.
Sono stati posti degli orci com’erano proprio usati nel teatro per permettere una migliore acustica durante gli spettacoli, e oggi quegli orci propongono versi di Plauto a chiunque si avvicini a essi.
 
Proseguendo nel percorso, con le proprie mani è possibile “muovere” l’acqua contenuta in una vasca oppure “ricostruire” un mosaico. Da una parete “infranta”, un fascio di luce mostra parte di una villa patrizia mentre, in contemporanea, un masso cade nell’acqua antistante lanciando spruzzi virtuali che giungono reali al visitatore. Usciti dai cunicoli, un sottilissimo muro d’acqua nebulizzata, raffigurante una nube piroclastica, ci immette in un mondo fantastico: stupendi panorami, aree urbane vive, scene agresti, interni delle case.
Cuore del Mav è il Cave (la “caverna”): un’enorme stanza di luce che ci porta nell’antica area napoletana prima dell’eruzione del 79 d.C. sulle cui pareti si proiettano giardini, cortili delle case di Pompei, Stabia ed Ercolano.
Nel percorso attraverso una strada “affollata” da donne al mercato, venditori e comuni cittadini, il visitatore viene a trovarsi tra figure che appaiono e scompaiono alle pareti, come se fossero davvero delle persone impegnate nei loro affari quotidiani.
E’ la Soundgallery uno dei tanti sistemi interattivi ideato da Capware unicamente per il MAV. Il sistema anche qui, riconosce il visitatore e in base alla sua identità, ai tempi di sosta, produce suoni spazializzati che comunicano congiure, parole, sensazioni. Quando il visitatore si ferma, viene “intercettato” grazie a un sistema acustico in cui – a differenza di un altoparlante comune da cui il suono si espande nell’ambiente circostante, il segnale si forma in un punto dello spazio lontano dalla sua origine. Così è possibile indirizzare un suono in qualsiasi direzione, senza che si percepisca la sua origine, ingannando l’ascoltatore.
Ci appare nell’area delle Terme, la “stanza dei profumi”, dove un sofisticato macchinario riprodurrà, odori di spezie, di unguenti e balsami usati in quel periodo. Giungiamo infine al “Lupanare”, stanza deputata al piacere, con le immancabili pitture erotiche. Il sistema di riconoscimento, se avverte la presenza dei bambini, come d’incanto sostituirà le immagini.

Così termina il viaggio nel “virtuale”, un lampo di luce indica che il percorso è giunto al termine e mostra la strada per il ritorno alla realtà.
Alla fine del percorso museale è stata creata una sala di proiezione per la visione della ricostruzione virtuale dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. con la consulenza di archeologi e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), il MAV ha prodotto un film in 3D/multiD di 15 minuti che riproduce l’evento che ha cancellato la storia  e il volto di Ercolano e Pompei. La ricostruzione si basa sul racconto di Plinio il Giovane nelle lettere di Tacito e il filmato, proiettato su uno schermo di 26 metri di lunghezza, è visibile indossando occhiali 3D. L’installazione è dotata di una piattaforma vibrante che simula i terremoti che vi furono contemporaneamente all’eruzione.
In conclusione il museo offre ai visitatori un’esperienza davvero unica, un meraviglioso tuffo nel passato in cui non si utilizza solo la fantasia, ma viene resa quasi reale grazie alla moderne tecnologie.


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