sabato 25 agosto 2012

Passeggiata virtuale nell'Antico Egitto

Dall’unione tra le nuove tecnologie informatiche ed un secolo di ricerche e missioni archeologiche nell'altopiano di Giza, nasce il progetto GIZA 3D,  creato in collaborazione tra il Museum of Fine Arts di Boston  (MFA) e la Harvard University. Il software è stato realizzato dalla Dassault Systèmes, un’azienda leader nel settore delle ricostruzioni in 3D.   



L'applicativo 3DVIA, scaricabile gratuitamente all’indirizzo www.3ds.com/giza3D è stato concepito non solo per i monitor dei computer ma anche per i televisori di nuova generazione abilitati alla visualizzazione in 3D.
La grande innovazione dell'applicazione è rappresentata dalla ricostruzione della storia partendo da dati reali, forniti in particolare dai 40 anni di scavi nella zona ad opera dell’egittologo George Andrew Reisner, che ha lasciato un ricchissimo archivio di circa 45000 negativi  fotografici su lastra di vetro, diari di scavo, disegni e altri documenti relativi al suo lavoro dal 1902 al 1942 e rimasto inutilizzato fino agli anni '70. Il materiale, digitalizzato dal MFA nel Giza Archive, è stato il punto di partenza  per una ricostruzione quanto più fedele possibile.
Siti esplorabili virtualmente
Il visitatore può dunque vedere i colori, le mura, le tombe, i pozzi sono così come li vedevano gli antichi egizi e cliccare sui reperti, posizionati esattamente sul luogo del loro rinvenimento. Per ognuno dei siti archeologici esplorabili, tra cui le piramidi di Cheope e Micerino, si può accedere ad  una  sezione introduttiva, alla photogallery  e alla descrizione dell'andamento degli scavi.

Nella sezione “interactive tour”, è possibile visualizzare il sito selezionato scegliendo personalmente la direzione da prendere, e, utilizzando gli appositi occhiali 3D, coi quali si ha una visione stereoscopica, si ha l'impressione di camminare realmente per le strade della necropoli.


Il progetto è rivolto a diverse categorie di utenti: studenti, mondo accademico, ricercatori, musei e organizzatori di  mostre. Per maggiori aprrofondimenti storici, è stata implementata la funzione "Database", che permette l'accesso diretto al Giza Archive.

Un piccolo inconveniente è dato dal fatto che, poichè tutti i dati utilizzati dall'applicativo sono online, il caricamento delle varie interfacce può risultare un pò lento specie se non si dispone di una connessione veloce.

Attualmente è possibile visitare virtualmente solo il 10% dell'intera area archeologica, ma il progetto non è ancora concluso.

sabato 18 agosto 2012

Un viaggio interattivo nella Bergamo del '500: il Museo storico dell'età veneta

"Hai mai visto un Panozio?"

È solo una delle tante curiosità in cui si imbatte il visitatore del “Museo storico dell’età veneta: il ‘500 interattivo”, aperto alla fine di gennaio nel Palazzo del Podestà in Piazza Vecchia a Bergamo per volontà della Fondazione Bergamo nella Storia e del Comune di Bergamo.
Grazie alla presenza di un Codice QR che permette di scaricare la spiegazione su tablet messi a disposizione dal personale del museo, possiamo soddisfare immediatamente il nostro interesse: “Tra i tanti mostri che popolano l’Oriente misterioso il buffo Panozio ha due lunghe e grandi orecchie, tanto lunghe che di notte su una dorme e con l’altra si copre”.

È dal mondo simbolico e mostruoso dell’immaginario medievale che parte il viaggio nel Cinquecento veneto. Il visitatore si muove tra creature mostruose e personaggi misteriosi, per arrivare alla percezione del nuovo portato dalla conoscenza di un mondo sempre più vasto di cui fanno parte Venezia, con i suoi commerci in Oriente e Bergamo, legata alla Serenissima dal 1428 al 1797. Si tratta di un viaggio ideale che da Venezia porta a Bergamo, posta "supra monte mirabellissima", città di nobili, mercanti, artisti, speziali, stampatori, viaggiatori. Qui si assiste alla costruzione delle mura, si entra nelle botteghe dei commercianti e si partecipa alla Fiera in compagnia di genti provenienti da tutta Europa.


Il tutto raccontato attraverso il linguaggio dei nuovi media.
Il museo, infatti, fa della multimedialità il suo punto di forza per mezzo del quale il classico schema espositivo basato sulle collezioni, lascia il posto a una visita totalmente interattiva. Il visitatore è così chiamato a vedere, ascoltare, toccare, spostare i materiali di volta in volta presentati. Nessuna collezione quindi, ma solo applicazioni multimediali fruibili tramite touch screen.
Il percorso parte dalle proiezioni animate delle carte antiche, all’itinerario che i mercanti, i nunzi, i corrieri di posta e i vagabondi intraprendevano da Venezia a Bergamo (e viceversa), fino alle animazioni grafiche che costruiscono sulla mappa della Bergamo seicentesca la fisionomia della città con le nuove mura e permettono di localizzare i luoghi legati alla vita politica ed economica. Continua con la ricostruzione della bottega dello speziale e del libraio-stampatore dove, la compresenza di elementi fisici e multimediali interagisce con il visitatore per regalargli una coinvolgente esperienza sensoriale. Un esempio interessante è la divertente cassettiera a trazione della spezieria che rivela la farmacopea dell’aromatario: aprendo i cassetti della credenza, attraverso proiezioni colorate, si possono apprendere i segreti delle spezie, degli unguenti, delle pietre, dei fiori e delle polveri usati dai farmacisti dell’epoca per rimediare ai disturbi dei propri assistiti.
Il tragitto termina con la rielaborazione di una mappa settecentesca che evoca la grande fiera annuale di Sant’Alessandro, simbolo della grandezza di Bergamo, in cui prendono vita, tra voci e suoni, i passaggi dei commercianti tra una bottega e l’altra e dove è possibile conoscere le merci comprate e vendute e il loro utilizzo.

La messinscena è riuscita e intrigante e la collaborazione con lo Studio N!03 di Milano, per la produzione multimediale e la realizzazione degli scenari interattivi, e Alessandro Bettonagli Architecture Entertainment, per il progetto di allestimento, ha assicurato un risultato di indubbia qualità ed efficacia.
La riuscita del progetto è dovuta anche alla possibilità data all’utente di costruire il proprio percorso personale, grazie alla presenza di schede di approfondimento visibili solo dopo aver scaricato il rispettivo QRCode, all’immediatezza evocativa del linguaggio delle didascalie e alle ridotte dimensioni del museo che predispongono il visitatore a completare la visita. 
Il “Museo storico dell’età veneta” si presenta come un esperimento interessante in grado di far dialogare positivamente la Storia, i documenti e i manufatti con le nuove tecnologie e la divulgazione.

venerdì 10 agosto 2012

Bologna in 3D: elaborazione digitale di una mappa storica del '700

La città di Bologna, fino al 20 settembre 2012, offre un interessante esempio di concreta diffusione della ricerca scientifica attraverso il progetto “I ricercatori parlano alla città”. Si tratta di una serie di iniziative, organizzate dall’Università con il contributo della Fondazione del Monte, dove un gruppo di ricercatori di area eterogenea (geologi, storici, archeologi, ingegneri ecc..) si mettono a disposizione della cittadinanza mostrando concretamente gli esiti del proprio studio.

Rifacimento moderno della mappa settecentesca di Filippo
Dè Gnudi, a cura di Loreno Confortini 1985
  Uno degli eventi più originali, in programma per il 9 settembre, è “Rinascita digitale di una mappa antica:caccia al tesoro alla scoperta della Bologna del '700”. I ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e dei Materiali organizzano per quel giorno una caccia al tesoro per la strade di Bologna sulla base di una rielaborazione digitale di una carta storica settecentesca conservata presso la Biblioteca dell'Archiginnasio. L'intento primario dell'evento è di coinvolgere i partecipanti con l'obiettivo di comunicare in modo avvincente come avvenga l’elaborazione di carte storiche in ambiente digitale. Gli esiti della ricerca, ma anche i processi attraverso i quali vi si è giunti, verranno illustrati all'inizio dell'evento, prima della caccia al tesoro, presso la Sala dello Stabat Mater interno alla Biblioteca dell’Archiginnasio. La rielaborazione 3D della mappa bolognese si deve al Prof. Gabriele Bitelli e all’Ing. Giorgia Gatta, che hanno utilizzato, come base di rielaborazione, un rifacimento moderno (1985, a cura di Loreno Confortini) dell'antica carta risalente al 1702 ad opera di Filippo Dè Gnudi: un’incisione su rame all’acquaforte che raffigura una mappa a “volo d’uccello” in pianta prospettica scenografica, orientata da Nord-Ovest verso le colline.
  L' arricchimento della mappa in ambiente digitale parte da un'acquisizione del documento cartaceo attraverso scansione a cui fa seguito la geocodifica e georeferenziazione in cui viene restituito il contenuto metrico. La mappa storica georeferenziata viene poi inserita nell'applicazione SketchUp dove è possibile delimitare la planimetria degli edifici e, nel rispetto dell'informazione altimetriche deducibili dall'immagine originale, elevare i volumi delle strutture che in tal modo acquistano una veste tridimensionale e vengono colorati con le immagini tratte dalla carta storica stessa. Il modello 3D storico, viene poi integrato con dati recenti attraverso la sovrapposizione alla realtà moderna delle immagini satellitari offerte da Google Earth.

 
                                  
La texturizzazione1 degli elementi architettonici può avvenire anche tramite l'acquisizione di immagini recenti: aeree, oblique prese da differenti punti di vista. Muovendo il mouse all'interno del modellino è possibile allora vedere, da molteplici prospettive, l'interconnessione fra passato e presente e conoscere luoghi di Bologna che hanno visto mutare in questi secoli la loro conformazione o la loro denominazione. I vantaggi tangibili di un ricorso ai supporti digitali come nuova modalità di accesso alla cartografia storica sono molteplici: il primo riguarda il contenuto metrico, vale a dire la possibilità di analizzare le caratteristiche metriche della carta originale, oltre che sovrapporla a cartografia moderna ed effettuare misure dirette. 
  Per quanto riguarda la fruizione della risorsa, la visione tridimensionale offre la possibilità di fornire un inedito aspetto all'informazione contenuta nella carta storica. Ciò avviene con il raggiungimento di nuovi livelli espressivi dati da una visione più accattivante e immediata degli edifici storici, visibili da prospettive differenti o attraverso la creazione di voli  virtuali all'interno del modello. Inoltre l'ambiente virtuale gioca un ruolo importante nel preservare il patrimonio cartografico: si pone come utile strumento nello studio dell'evoluzione della città e delle sue modificazioni dal punto di vista ambientale e ne semplifica la diffusione anche verso i non specialisti. Allo stato attuale la risorsa non è disponibile online per cui non è possibile avere un'interazione diretta dell'utente anche attraverso l'apertura di percorsi personalizzati di conoscenza. Un ulteriore sviluppo della ricerca potrebbe permettere un coinvolgimento dei lettori della mappa 3D attraverso un arricchimento di informazioni, in ambiente GIS, con possibilità di link a documenti esterni di tipo storico o di altri ambiti di conoscenza, in modo da poter permettere l'accesso ad un pluralità di contenuti e di punti di vista.     


1Rivestire le superfici degli oggetti virtuali con delle immagini

venerdì 3 agosto 2012

LUCE su YouTube


Il 5 Novembre 1925 si costituì in Roma L'Unione Cinematografica Educativa, ovvero l'Istituto LUCE. Secondo lo statuto dell'Ente, i filmati del LUCE erano destinati <al completamento della istruzione e all'elevazione della cultura generale>. Nel 2001 l'archivio dell'Istituto sbarca sul web, mettendo a disposizione di storici e curiosi il proprio vastissimo archivio. Nonostante i successivi aggiornamenti grafici, la bassa risoluzione dei video e l'impossibilità di poterli scaricare gratuitamente, rappresentavano un grosso ostacolo per la loro diffusione. 
Nel luglio del 2012, dopo un accordo siglato con Google, proprietaria di YouTube, l'Istituto LUCE apre un proprio canale con l'intento di <aprirsi ai giovani e semplificare la fruizione dei contenuti>. L'archivio storico del LUCE mette ora a disposizione, in alta definizione, il proprio immenso patrimonio visivo. Un fascino senza tempo quello dei cinegiornali, in grado di far rivivere, soprattutto alle nuove generazioni, voci, suoni e la genuinità di un'Italia lontana. I filmati attualmente disponibili sono trentamila circa, e si dividono in cinegiornali LUCE (1927-1945) e Settimana Incom (1946-1964). Per ovviare ai problemi relativi al diritto d'autore, il canale utilizza la tecnologia Content ID, un sistema in grado di tutelare il copyright attraverso la presenza, noiosa ma indispensabile, di banner pubblicitari durante la visione dei cinegiornali. I relativi proventi pubblicitari consentiranno  al LUCE di non sostenere alcuna spesa per la gestione del canale. La grande novità è sicuramente rappresentata dalla possibilità di condividere liberamente i video su social network, blog, siti web. 
Per consentire agli utenti di YouTube di navigare agevolmente all'interno di una mole così vasta di materiali, sono state realizzate otto playlist tematiche. Cliccando su una di esse è possibile visualizzare i video in successione senza interruzione, oppure scegliere tramite agevoli comandi quali visualizzare. Ogni cinegiornale presenta una sintetica ma esaustiva descrizione delle sequenze visualizzate, ed informazioni relative alla data di realizzazione del cinegiornale ed il numero di catalogazione dello stesso. Per il momento non è possibile effettuare una ricerca avanzata all'interno del canale, cosa possibile invece nel sito web dell'archivio. Da migliorare la grafica e le funzioni per i dispositivi mobili. Da segnalare, nella playlist <polvere di stelle>, un video che passa in rassegna tutte le sigle storiche dei cinegiornali.